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La Germania, ufficialmente Repubblica Federale di Germania (in tedesco: Bundesrepublik Deutschland), è uno stato dell'Europa occidentale.

Confina a nord con la Danimarca ed è bagnata dal mare del Nord e dal mar Baltico, ad est confina con la Polonia e la Repubblica Ceca, a sud con Austria e Svizzera, e ad ovest con Francia, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi. Il territorio della Germania copre una superficie di 357.021 km² ed è influenzato da un clima temperato. Con oltre 82 milioni di abitanti, è il più popoloso tra gli stati membri dell'Unione europea, e per destinazione dell'immigrazione internazionale è il terzo paese al mondo.[3]

La regione denominata oggi Germania fu abitata da diversi popoli germanici, conosciuti e documentati già dal 100 a.C. A partire dal X secolo questi territori tedeschi costituirono la parte centrale del Sacro Romano Impero che si protrasse sotto varie forme fino al 1806. Nel corso del XVI secolo, il nord della Germania divenne il centro della Riforma protestante. Come moderno stato nazionale il paese venne unificato nel 1871 dopo la Guerra franco-prussiana. Nel 1949, dopo la seconda guerra mondiale, la Germania venne divisa in due stati separati – Repubblica Democratica Tedesca (DDR - Germania Orientale) e Repubblica Federale di Germania (Germania Occidentale) - lungo le linee di occupazione alleate. I due stati si riunificarono solo nel 1990. La Germania Occidentale fu un membro fondatore della Comunità economica europea (CEE) nel 1957 (che divenne Unione europea nel 1993). Partecipa dal 1995 agli accordi di Schengen e ha adottato la moneta unica europea, l'euro, nel 2002 in sostituzione del marco tedesco (Deutsche Mark - DM).

La Germania è una repubblica federale parlamentare di sedici stati (Länder). Capitale e maggiore città per numero di abitanti è Berlino. La Germania è altresì un membro delle Nazioni Unite, della NATO, del G8, del G4, e firmatario del protocollo di Kyoto. È una delle più grandi potenze economiche del mondo, con la terza più grande economia in termini di PIL nominale e la quinta in termini di parità di potere d'acquisto. È il secondo più grande paese esportatore dopo la Cina((DE)"Exportweltmeister") e il secondo importatore di merci. In termini assoluti, la Germania assegna il secondo più grande bilancio annuale in aiuti allo sviluppo internazionale,[4] mentre le sue spese militari la classificano come sesta.[5] Il paese ha sviluppato un elevato standard di vita e detiene una posizione chiave negli affari europei oltre ad una moltitudine di strette partnership a livello globale.[6] La Germania è riconosciuta come leader in vari settori scientifici e tecnologici.[7]

 

Popolazioni germaniche 

Espansione dei germani (750 a.C.-1 d.C.).

Provenienti dalla Scandinavia meridionale e dalla Germania settentrionale, alcune tribù germaniche iniziarono l'espansione verso sud, est e ovest intorno al I secolo a.C., entrando in contatto con tribù celtiche della Gallia come pure popolazioni baltiche, e slave dell'Europa orientale. Poco si conosce delle fasi iniziali e più antiche della storia germanica, se non per mezzo degli interscambi e interazioni con l'Impero romano, ricerche etimologiche o ritrovamenti di reperti archeologici.[8]

Sotto Augusto, il generale romano Publio Quintilio Varo iniziò l'invasione della Germania (un termine usato dai romani per definire un territorio compreso tra il Reno e l'Elba mentre più ad est era laSarmazia), e fu in questo periodo che le tribù germaniche entrarono maggiormente in contatto con le tattiche militari romane, pur mantenendo la loro identità tribale. Nel 9 d.C. tre legioni romane guidate da Varo vennero respinte dai Cherusci di Arminio nella battaglia della foresta di Teutoburgo. Tutto il territorio oltre il corso del Reno e del Danubio, rimasero quindi al di fuori del mondo romano. Dal tempo diTacito, dal 100 a.C., tribù germaniche abitarono costantemente lungo il Reno e il Danubio (il Limes Germanicus), occupando la maggior parte delle regioni dell'odierna Germania. Il III secolo vide l'emergere di un gran numero di tribù germaniche: Alemanni, Franchi, Chatti, Sassoni, Frisoni, Sigambri e Turingi. A partire dal 260, le popolazioni germaniche ruppero il Limes e attraversando ripetutamente e ad ondate successive la frontiera del Danubio diffondendosi nelle terre sotto il controllo romano.[9]

Sacro Romano Impero (962-1806) 

Questa regione dell'Europa fu dominata da un impero medievale risultante dalla divisione dell'Impero carolingio nel 843 (precedentemente fondato da Carlo Magno il 25 dicembre 800), ed esistito sotto varie forme fino al 1806, con un territorio che si estendeva dal fiume Oder nel nord fino alla costa mediterranea a sud. Spesso denominato come Sacro Romano Impero (o l'Antico Impero), venne ufficialmente chiamato Sacro Romano Impero Germanico (Sacrum Imperium Romanum Nationis Germanicæ') a partire dal1448, per adeguare il titolo ad un territorio più ridotto.

Martin Lutero (1483–1546) iniziò la Riforma protestante.

Sotto il regno della Dinastia ottoniana (919-1024), i ducati di Lorena, Sassonia, Franconia, Svevia, Turingia e Baviera vennero consolidati, e i re germanici vennero incoronati come imperatori di queste regioni dal 962. Sotto il regno degli imperatori della dinastia salica (1024-1125), il Sacro Romano Impero assorbì il nord Italia e la Borgogna. Sotto gli imperatori Hohenstaufen (1138-1254), i principi tedeschi aumentarono la loro influenza più a sud e ad est in territori abitati da popolazioni slave. Le città del nord prosperarono sotto la Lega anseatica.

Con la Bolla d'oro del 1356 si gettarono le basi di una definitiva forma istituzionale che durò fino allo scioglimento dell'Impero. A partire dal XV secolo, gli imperatori vennero eletti quasi esclusivamente dalla dinastia degliAsburgo d'Austria.

Il monaco Martin Lutero pubblicò le sue 95 tesi nel 1517, sfidando le pratiche della Chiesa cattolica romana, e avviando la riforma protestante. Una distinta chiesa luterana divenne la religione ufficiale in numerosi stati dopo il 1530. Conflitti religiosi portarono alla Guerra dei trent'anni (1618-1648), che devastò le terre tedesche.[10] La popolazione degli stati tedeschi si ridusse di circa il 30%.[11] La Pace di Westfalia (1648) concluse la guerra religiosa, ma l'impero era de facto diviso in numerosi principati indipendenti (circa 350 stati sovrani). Dal 1740 in poi, il dualismo tra la monarchia asburgica austriaca e del Regno di Prussia dominarono la storia tedesca. Nel 1806 l'Imperium venne sciolto a seguito delle guerre napoleoniche.[12]

Restaurazione e rivoluzione (1814-1871) 

Il parlamento di Francoforte nel 1848.
Germania, di Philipp Veit

Dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, il Congresso di Vienna convocato nel 1814 fondò la Confederazione tedesca (Deutscher Bund), formata da 39 stati sovrani. Disaccordi con la politica di restauro portarono all'aumento dei movimenti liberali. Questi, tuttavia, vennero seguite da nuove misure di repressione da parte dello statista austriaco Metternich. La Zollverein, un'unione tariffaria, promosse profondamente l'unità economica degli stati tedeschi con a capo la Prussia. Durante questo periodo molti tedeschi erano stati influenzati dagli ideali della Rivoluzione francese, e il nazionalismo prese maggior vigore, soprattutto tra i giovani intellettuali. Per la prima volta, i colori del nero, rosso e oro sono stati scelti per rappresentare il movimento, che più tardi divennero i colori nazionali.[13]

Alla luce di una serie di movimenti rivoluzionari in Europa, che con successo avevano istituito una repubblica in Francia, iniziò la rivoluzione del 1848. Il re inizialmente assecondò le richieste liberali. Re Federico Guglielmo IV di Prussia al quale era stato offerto il titolo di imperatore, ma con una perdita di potere, respinse la corona e la proposta di costituzione, portando ad una temporanea battuta d'arresto per i movimenti liberali. Il conflitto tra re Guglielmo I di Germania e l'ala più liberale del parlamento scoppiò nel corso delle riforme militari nel 1862, e il re nominò Otto von Bismarck come nuovo Primo Ministro della Prussia. Bismarck condusse con successo la guerra in Danimarca nel 1864, e la vittoria prussiana nella guerra austro-prussiana del 1866 permise un'espansione territoriale e la creazione della Federazione tedesca del Nord (Norddeutscher Bund), escludendo di fatto l'Austria, l'ex leader del mondo tedesco, dagli affari dei restanti stati tedeschi.

Impero tedesco (1871-1918) 

Fondazione della moderna Germania a Versailles (Francia), 1871, con Otto von Bismarck in uniforme bianca al centro.

La Germania venne unificata come moderno stato nazionale nel 1871. Dopo la sconfitta francese nella guerra franco-prussiana, venne proclamato a Versailles il 18 gennaio 1871 l'unione federale (Reich) degli Stati tedeschi, con capitale Berlino. Il Re di Prussia Guglielmo I di Hohenzollern venne proclamato imperatore tedesco da cui la notazione Impero tedesco. Esso rappresentava un'unificazione di tutte le regioni tedesche, ad eccezione dell'Austria (Kleindeutschland, o "Piccola Germania"). A partire dal 1884, la Germania iniziò a fondare colonie al di fuori dell'Europa.

Nel periodo Gründerzeit che seguì l'unificazione della Germania, la politica estera dell'imperatore Guglielmo I fu orientata a garantite una posizione centrale nel continente attraverso alleanze, isolando la Francia con mezzi diplomatici, ed evitando la guerra. Sotto Guglielmo II, tuttavia, la Germania, come altre potenze europee, attraverso un proprio corso imperialista entrò in attrito con i paesi limitrofi. La maggior parte delle alleanze in cui la Germania era stata precedentemente coinvolta non vennero rinnovate, e quelle nuove la esclusero. In particolare, la Francia istituì nuove relazioni con la firma dell'Entente Cordiale con il Regno Unito e garantendo legami con l'Impero russo. A parte i suoi contatti con l'Impero austro-ungarico, la Germania divenne sempre più isolata.

La Prussia all'epoca dell'Impero tedesco (1871-1918).

L'imperialismo tedesco, come altre potenze europee, rivendicò un proprio dominio coloniale. La Conferenza di Berlino divise l'Africa tra le potenze europee e alla Germania spettarono diversi possedimenti, tra cui Togo eCamerun. La spartizione dell'Africa causò tensioni tra le grandi potenze.

L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria il 28 giugno 1914 portò la Germania alla Prima guerra mondiale, dalla quale risultò come parte soccombente contro potenze alleate in uno dei più sanguinosi conflitti di tutti i tempi. La sconfitta portò ad una rivoluzione nel novembre 1918, e l'imperatore Guglielmo II fu costretto ad abdicare. Un armistizio che pose fine alla guerra venne firmato l'11 novembre e la Germania fu costretta a firmare il trattato di Versailles nel giugno 1919. Il trattato venne percepito in Germania come un'umiliante continuazione della guerra con altri mezzi e la sua durezza viene spesso citata come fattore che agevolò l'avvento del nazismo nel paese.[14]

Repubblica di Weimar (1919-1933) 

Dopo il successo della rivoluzione tedesca del novembre 1918, venne proclamata la repubblica in tutti gli stati e a livello federale. La nuova costituzione del Reich entrò in vigore con la firma da parte del presidente del Reich Friedrich Ebert l'11 agosto 1919. Il periodo che va dal 1919 al 1933 è conosciuto come Repubblica di Weimar. Il Partito comunista tedesco venne istituito da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht nel 1918, e il Partito dei Lavoratori tedesco, conosciuto in seguito come il Partito nazionalsocialista(o Partito nazista), venne fondato nel gennaio 1919.

La Germania soffrì pesantemente degli effetti della Grande Depressione, delle dure condizioni dettate dal trattato di Versailles, e della lunga instabilità politica. Vennero istituite truppe paramilitari da parte di più partiti e vi furono migliaia di omicidi a sfondo politico. I paramilitari intimidivano gli elettori e seminavano violenza e rabbia tra gente che soffriva di un elevato tasso di disoccupazione e povertà. Questo terreno portò alla nomina, da parte del presidente del Reich Paul von Hindenburg, di Adolf Hitler come Cancelliere del Reich il 30 gennaio 1933.

Terzo Reich (1933-1945) 

Adolf Hitler, cancelliere durante ilTerzo Reich.

Il 27 febbraio 1933, il Reichstag venne dato alle fiamme. Alcuni diritti democratici di base vennero rapidamente aboliti in virtù di un decreto di emergenza. L'attivazione di una legge diede ad Adolf Hitler pieno governo e potere legislativo. Solo il Partito socialdemocratico della Germania votò contro; i comunisti non erano in grado di presentare opposizione, in quanto i loro 81 seggi in parlamento era stati annullati sulla base del decreto conseguente all'incendio del Reichstag.[15][16][17] Si creò uno stato centralizzato totalitario con un unico partito. L'industria venne strettamente regolamentata con quote ed esigenze, spostando l'economia verso una produzione di guerra.[18] Nel 1936 le truppe tedesche entrano nella Renania smilitarizzata. Incoraggiato, Hitlerperseguì dal 1938 una politica di espansionismo per fondare una Grande Germania (dal tedesco Großdeutschland). Per evitare l'apertura di due fronti di guerra, Hitler siglò il patto Molotov-Ribbentrop con l'Unione Sovietica. Patto che venne rotto in seguito.

Le rovine di Berlino della Seconda guerra mondiale, Potsdamer Platz nel 1945.

Nel 1939 le crescenti tensioni provenienti da nazionalismo, militarismo ed esigenze territoriali portarono alla guerra lampo (Blitzkrieg) del 1º settembre contro la Polonia, congiuntamente all'Unione Sovietica, a cui seguì due giorni dopo la dichiarazione di guerra da parte di Regno Unito e Francia, che segnarono l'inizio della Seconda guerra mondiale. La Germania rapidamente acquisì il controllo diretto o indiretto della maggior parte d'Europa.

Il 22 giugno 1941, Adolf Hitler ruppe il patto con l'Unione Sovietica, aprendo il fronte orientale e dando avvio all'invasione della Russia. Poco dopo il Giappone attaccò la base americana a Pearl Harbor, e la Germania dichiarò guerra agli Stati Uniti. Anche se inizialmente l'esercito tedesco avanzò rapidamente in Unione Sovietica, la Battaglia di Stalingrado segnò un importante punto di svolta nella guerra. Successivamente l'esercito tedesco iniziò la ritirata dal fronte orientale. La battaglia di Normandia (D-Day) segnò un importante punto di svolta sul fronte occidentale, con lo sbarco delle forze alleate ed i rapidi progressi compiuti in territorio tedesco. La sconfitta della Germania era imminente. L'8 maggio 1945, le forze armate tedesche si arresero dopo l'occupazione di Berlino da parte dell'Armata Rossa.

In quello che più tardi divenne noto come l'Olocausto, il regime del Terzo Reich sterminò innumerevoli vite umane, in primo luogo ebrei, ma anche comunisti, zingari, omosessuali, massoni, dissidenti politici, sacerdoti, predicatori, religiosi, disabili. Durante l'Olocausto circa undici milioni di persone vennero assassinate, di cui sei milioni di ebrei e tre milioni di polacchi. La Seconda guerra mondiale ed il genocidio nazista furono responsabili di circa 35 milioni di morti solo in Europa.

Divisione e la riunificazione (1945 - presente) 

La Germania divisa, in blu laRepubblica Federale di Germania, in rosso la Repubblica Democratica Tedesca.

La guerra causò la morte di quasi dieci milioni di soldati e civili tedeschi, grandi perdite territoriali, l'espulsione di circa 15 milioni di tedeschi dagli ex territori orientali e dagli altri paesi e la distruzione delle più grandi città. Il territorio rimasto venne spartito tra gli alleati in quattro zone di occupazione militare; il territorio di Berlino in quattro settori.

Le zone occidentali, controllate da Francia, Regno Unito e Stati Uniti vennero unite il 23 maggio 1949, dando vita alla Repubblica Federale di Germania (Bundesrepublik Deutschland); il 7 ottobre 1949, la zona d'occupazione sovietica divenne la Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik o DDR). Informalmente questi due stati divennero noti come Germania Ovest e Germania Orientale, e le due parti di Berlino come Berlino Ovest e Berlino Est. La parte orientale aveva come capitaleBerlino Est, mentre la Germania Ovest scelse Bonn come capitale provvisoria.

La Germania Ovest divenne un'economia di mercato con una stretta alleanza con Stati Uniti e paesi dell'Europa occidentale, e godette di una prolungata crescita economica iniziata nei primi anni ‘50 (Wirtschaftswunder). La Germania Ovest aderì alla NATOnel 1955 e fu membro fondatore della Comunità economica europea nel 1958.

La Germania Est rientrò nel blocco orientale sotto il controllo politico e militare dell'URSS, e facente parte del trattato di Varsavia. Nonostante si fregiasse del termine di democrazia, il potere politico fu in mano esclusivamente dei principali membri (Politburo) del partito comunista (SED - Partito socialista della Germania). Il loro potere era assicurato dalla Stasi, un servizio segreto di immense dimensioni, e una serie di suborganizzazioni in grado di controllare ogni aspetto della società. A loro volta le esigenze fondamentali della popolazione erano soddisfatte a basso costo da parte dello Stato. La DDR divenne membro del Comecon. Mentre la propaganda si basava sui vantaggi dei programmi sociali della DDR e la presunta costante possibilità di un‘invasione, molti dei suoi cittadini guardavano verso l'Occidente per le libertà politiche e la prosperità economica.[19] Il muro di Berlino, costruito nel 1961 per fermare la fuga dei tedeschi dell'est verso la Germania Ovest, divenne un simbolo della Guerra Fredda.

La caduta del Muro di Berlino nel1989, la Porta di Brandeburgo.

La mattina del 1º giugno 1988 le guardie di frontiera dell'area della Potsdamer Platz si trovarono di fronte a una "sfida" molto speciale, una "fuga di massa" nell'Est. Più di 200 punk berlinesi dell'Ovest, abitanti della baraccopoli del cosiddetto triangolo Lennè, scapparono in direzione di Berlino Est per sfuggire ad una carica dei poliziotti occidentali. Lo spettacolo, uno dei più divertenti legati alla divisione della città, si ripeté per diversi mesi grazie ad una delle particolarità topografiche create proprio dal muro che in alcuni punti non si trovava esattamente sulla linea di demarcazione del confine. A volte la frontiera si trovava a 1-2 metri davanti al muro, e in alcuni punti anche molto di più. Proprio in mezzo alla città a Potsdamerplatz c'erano circa 4 ettari di terreno compresi tra Lennè, Bellevue e la Ebertstrasse, il triangolo di Lennè appunto, che apparteneva a Berlino Est ma che si trovava al di fuori del muro. Nel marzo del 1988 Berlino Est e il Senato di Berlino Ovest si accordarono su uno scambio di terreni in seguito al quale il triangolo di Lennè sarebbe diventato territorio di Berlino Ovest. Finché però l'accordo non entrò in vigore questa area rimase extraterritoriale e venne quindi sfruttata da giovani "autonomi" di Kreuzberg (tacitamente tollerati da Berlino Est) che eressero un villaggio di baracche per protestare contro alcune misure edilizie del Senato di Berlino Ovest. Con crescente divertimento, i berlinesi assistettero nelle settimane successive al gioco del gatto col topo tra poliziotti e occupanti delle baracche che, dopo ogni scontro, si rifugiavano regolarmente nel triangolo di Lennè, dove la polizia occidentale non aveva accesso. Puntuali, all'entrata in vigore dell'accordo sullo scambio dei territori, circa 900 poliziotti occidentali si diressero al triangolo Lennè caricando con gas lacrimogeni. Gli occupanti si sottrassero all'arresto saltando il muro in direzione Est. Per le truppe di frontiera della DDR non fu un evento inatteso e accolsero tranquillamente i "violatori di frontiera". I punk vennero trasportati in luogo di ristoro e dopo una colazione e il controllo dei documenti vennero rimandati a Ovest attraverso diversi passaggi di frontiera.

Le tensioni tra Germania Est e Germania Ovest erano già state ridotte negli anni ‘70 dal cancelliere occidentale Willy Brandt e dalla sua intelligente Ostpolitik. Poi, alla fine degli anni ottanta, in una situazione di una crescente migrazione dei tedeschi dell'Est verso la Germania Ovest attraverso l'Ungheria e di manifestazioni di massa durante l'estate del 1989, le autorità della Germania Est indebolirono inaspettatamente le restrizioni di confine nel novembre 1989, consentendo ai propri cittadini di viaggiare verso l'Occidente. L'apertura delle frontiere portò ad un'accelerazione del processo di riforma nella Germania Est, e poi al crollo del regime Comunista, che si concluse con la riunificazione tedesca del 3 ottobre 1990, quando i territori della Germania Est vennero annessi come nuovi Stati della Repubblica Federale. Berlino venne scelta per essere la capitale dello stato unificato, mentre Bonn conservò alcuni ministeri federali.[20] La delocalizzazione del governo fu completata nel 1999.

Dopo la riunificazione, la Germania assunse un ruolo attivo nell'Unione Europea e nella NATO. La Germania inviò una forza di pace per garantire la stabilità nei Balcani e truppe in Afghanistan come parte dello sforzo della NATO per assicurare la sicurezza in questo paese.[21]

 

Cartina topografica della Germania.

Morfologia 

Il territorio della Germania copre una superficie di 357.021 km², costituito di 349.223 km² di terre e di 7.798 km² di superfici d'acqua. È il settimo più grande paese dell'Europa. Di forma simile ad un quadrilatero, si estende dalle alte montagne delle Alpi (punto più alto: lo Zugspitze a 2.962 m) a sud, fino alle coste del Mare del Nord e del Mar Baltico a nord, a est è delimitata dalla confluenza dei fiumi Oder e Neisse mentre a ovest la delimitano il bacino e la valle del Reno.

Le coste del mare del Nord sono pianeggianti con dune sabbiose (sandig) e fronteggiate da gruppi di isole come le Frisone Orientali e Frisone Settentrionali mentre le coste del mar Baltico hanno un profilo più irregolare con numerose lagune (dette Bodden) che si insinuano in profondità nell'entroterra. Fronteggiano la costa le due isole di Rügen e Usedom. Da un punto di vista geografico il territorio tedesco può essere suddiviso in quattro zone ben distinte:

  1. Il Bassopiano Germanico, un'ampia area pianeggiante situata nella parte settentrionale del paese
  2. I rilievi ercinici del Mittelgebirge, una zona di rilievi situata tra le pianure settentrionali e le Alpi comprendente diverse formazioni montuose tra cui le più note sono il Massiccio scistoso renano, la Selva di Turingia, la Foresta di Teutoburgo, la Foresta Nera, i Monti Metalliferi ,la Selva Boema. e le Alpi bavaresi
  3. L'altopiano Svevo-Bavarese situato ai piedi delle Alpi con un'altezza media di circa 500 m s.l.m. e con numerosi laghi morenici, è attraversato da diversi affluenti del Danubio
  4. A meridione si trova la zona delle Alpi tedesche che delimitano il confine con l'Austria, sono caratterizzate dalla presenza di numerosi laghi alpini e il punto più elevato è la vetta dello Zugspitze (2.963 m s.l.m.)

Idrografia 

I fiumi principali sono il Reno, il Danubio,secondo fiume d'Europa per lunghezza con i suoi 2888 km di cui 647 km in territorio tedesco, l'Elba, l'Oder, il Weser e l'Ems.[22]

Clima 

La Germania nel suo insieme presenta un clima eterogeneo. Buona parte del territorio della Germania subisce l'influsso dei venti atlantici provenienti da ovest, ciò fa sì che il clima sia meno rigido mano a mano che ci si spinge da sud verso nord e da est verso ovest. Le zone dal clima più mite possono essere identificate con le pianure a ridosso dei Paesi Bassi e le regioni affacciate sul Mare del Nord, tra cui la penisola dello Jutland che hanno un clima sostanzialmenteoceanico. Di conseguenza, nel nord-ovest e nel nord, le precipitazioni si susseguono durante tutto l'arco dell'anno con un massimo durante l'estate. Gli inverni sono parzialmente mitigati dai venti umidi occidentali, la neve cade frequentemente ma gli accumuli sono per lo più irrisori, le gelate sono frequenti e le estati tendono ad essere fresche, ventilate e spesso temporalesche. Verso oriente il clima è più continentale; gli inverni sono spesso lunghi e molto rigidi e le estati generalmente siccitose. La Germania centrale è una regione di transizione tra clima oceanico e continentale. Il clima della Germania meridionale è il più continentale di tutta la nazione con forti escursioni termiche annue; gli inverni sono generalmente rigidi e nevosi con lunghi periodi di gelo intenso, il caldo estivo è spesso rotto da intensi temporali che si formano generalmente sulle Alpi per poi discendere verso le pianure.[23][24]

 

Cenni storici 

Popolazione dal 1800 al 2000, con numero di cittadini stranieri.

All'inizio dell'epoca storica le popolazioni insediate sul territorio della Germania attuale erano di tre stirpi, i Celti relegati nella parte più occidentale del paese, le popolazioni germaniche, originarie della Scandinavia, che si erano espanse verso sud partendo dalle coste baltiche e giungendo nel tempo fino ai confini dell'Impero romano e gli slavi in lenta espansione dall'area baltica. Con l'espansione verso Nord dell'Impero romano buona parte del Paese venne inclusa in esso: le città più antiche della Germania sono proprio di origine romana. A partire dal V secolo iniziarono le invasioni germaniche nei territori dell'Impero Romano: Franchi e Alemanni si insediarono nella regione del Reno. Nell'Alto Medioevo iniziò l'espansione verso est, i territori slavi furono progressivamente invasi, conquistati e convertiti al cristianesimo. In alcune aree (Pomerania, Slesia) l'invasione fu pacifica e incentivata dai principi slavi. In alcuni territori slavi, come ad esempio in Polonia, rimasero popolazioni tedesche con privilegi particolari, coloni tedeschi si trasferirono anche in Slovacchia e Transilvania. Il movimento di espansione subì un arresto con la guerra dei trent'anni e successivamente si assistette un processo di riflusso nelle sedi occupate precedentemente da parte delle popolazioni slave, anche se tuttora nella parte orientale del Paese è rimasta un'importante minoranza slava, quella dei Sorbi.

Nel XIX secolo le migliorate condizioni economiche favorirono un progressivo aumento della popolazione, dal 1871 al 1939 di passò da 41 a 69 milioni di abitanti. In particolare l'incremento interessò la valle del Reno, l'area del medio corso dell'Elba, le grandi aree rurali non videro invece sostanziali cambiamenti della popolazione. Dopo la seconda guerra mondiale vi fu una ripresa demografica in parte provocata dal grande numero di profughi proveniente dall'est.

Demografia

Popolazione dal 1961 al 2003.

Con oltre 82 milioni di abitanti la Germania è il più popoloso paese dell'Unione europea. Tuttavia il suo tasso di fecondità di 1,39 figli per ogni madre è uno dei più bassi del mondo,[22] e l'ufficio federale di statistiche stima che la popolazione si ridurrà tra i 69 e i 74 milioni entro il 2050 (69 milioni con l'ipotesi di un saldo migratorio di 100.000 entrate all'anno; 74 milioni con un saldo migratorio di 200.000 entrate all'anno).[25] La Germania possiede un gran numero di grandi città, le più popolose sono Berlino, Amburgo, Monaco, Colonia, Francoforte e Stoccarda. Il maggior agglomerato urbano è la regione Reno-Ruhr, che comprende la città di Düsseldorf (la capitale della Nord Reno-Westfalia), Colonia, Essen, Dortmund, Duisburg eBochum.

Berlino, principale città tedesca con 3,4 milioni di abitanti.

A dicembre 2004 si stimava in circa sette milioni il numero di cittadini stranieri registrati in Germania, e ben il 19% della popolazione del paese era formata da residenti di discendenza straniera o parzialmente straniera. I giovani hanno maggiori probabilità di essere di discendenza straniera rispetto alla popolazione più anziana, 30% dei tedeschi con meno di 15 anni hanno almeno uno dei genitori nati all'estero. Nelle grandi città il 60% dei bambini di età compresa tra 0 e 5 anni hanno almeno uno dei genitori nati all'estero. .[26]

La comunità straniera più numeroso (2,7 milioni di abitanti) è quella turca, seguono altre comunità straniere, come quelle provenienti da Italia, Serbia, Grecia, Polonia e Croazia.[27][28]. Lo United Nations Population Fund rileva come la Germania ospiti il terzo più alto numero di migranti internazionali fra tutti i paesi del mondo, circa il 5% (10 milioni di abitanti) dei 191 milioni di migranti, che corrisponde a circa il 12% della popolazione della Germania.[29] Come conseguenza alle restrizioni poste in Germania alle disposizioni in materia di asilo e immigrazione, il numero di immigrati è in calo costante dal 2000.[30]

Religione 

Il cristianesimo è la principale fede religiosa in Germania con 53 milioni di credenti (64%).[31] Al secondo posto è l'Islam con 3,3 milioni di credenti (4%), seguita da buddismo ed ebraismo, con circa 200.000 aderenti (ca. lo 0,25%). L'induismo conta 90.000 credenti (0,1%). Tutte le altre comunità religiose in Germania hanno meno di 50.000 aderenti. Circa 24,4 milioni di tedeschi (29,6%) non si professano credenti in nessuna religione.

Il protestantesimo è concentrata nel nord e nell'est e la Chiesa cattolica è concentrato nel sud e nell'ovest. Il cattolicesimo comprende circa il 31% della popolazione, il protestantesimo il 32,2. L'attuale Papa, Benedetto XVI, è nato in Baviera. I non-religiosi, compresi gli atei e gli agnostici ammontano al 29,6% della popolazione, e sono particolarmente numerosi nella ex Germania Est e nelle grandi aree metropolitane.[32]

Dei 3,3 milioni di musulmani i sunniti sono la maggior parte, ma è presente una piccola comunità di sciiti.[33] L'1,7% della popolazione si dichiara cristiana ortodossa, serbi e greci i più numerosi.[34] La Germania ha nell'Europa occidentale la terza più grande popolazione ebraica[35] Nel 2004, in seguito all'emigrazione di ebrei dalle ex repubbliche sovietiche, si contavano 200.000 ebrei, rispetto ai 30.000 prima di riunificazione tedesca. Grandi città con rilevanti minoranze ebraiche sono Berlino, Francoforte e Monaco di Baviera. Circa 250.000 buddisti vivono in Germania; il 50% di loro sono immigrati asiatici.[36]

Secondo il sondaggio stilato dall'Eurobarometro del 2005, il 47% dei cittadini tedeschi concordava con l'affermazione "Credo che vi è un Dio", mentre il 25% concordava con "Credo che vi sia una sorta di spirito o forza vitale" e il 25% ha dichiarato: "Non credo vi sia alcun tipo di spirito, dio, o forza vitale".[37]

Lingue

Conoscenza del tedesco nei paesi dell'Unione europea.

Il tedesco è la lingua ufficiale e più parlata in Germania. È una delle 23 lingue ufficiali dell'Unione europea, e una delle quattro lingue di lavoro della Commissione europea, insieme con l'inglese, il francese e l'italiano. Minoranze linguistiche riconosciute in Germania sono danese, sorbo, rom e frisone, ufficialmente protetti dalla Carta europea per le lingue regionali e minoritarie. La maggior parte degli immigrati utilizzano lingue quali turco, polacco, lingue dei Balcani e della Russia.

Il passata è una lingua germanica occidentale, strettamente legato a inglese, olandese e frisone. La maggior parte del vocabolario tedesco deriva dal ramo germanico del ramo della famiglia linguistica indo-europea.[38] Alcune parole derivano dal latino, dal greco, in misura minore dal francese, e recentemente dall'inglese (noto come Denglisch). Il tedesco è scritto usando l'alfabeto latino. In aggiunta alle 26 lettere standard, il tedesco ha tre vocali con l'umlaut, vale a dire ä, ö e ü, così come l'eszett o scharfes S (S forte), che è scritta "ß" o, in alternativa, "ss".

I dialetti tedeschi sono distinte varianti del tedesco standard. Molti di loro non sono facilmente comprensibili a chi conosce solo il tedesco standard, dal momento che spesso differiscono nel lessico, sintassi e fonologia.

In tutto il mondo, il tedesco è parlato da circa 100 milioni di persone come madre lingua e da circa 80 milioni non-madrelingua.[39] Il tedesco è la lingua principale per circa 90 milioni di persone (18%) nell'Unione europea. Il 67% dei cittadini tedeschi affermano di essere in grado di comunicare in almeno una lingua straniera, il 27% in almeno due lingue diverse dalla propria.[40][41]

Minoranze linguistiche 

Una minoranza di danesi di circa 50.000 persone vive nello Schleswig, la maggior parte vicino al confine con la Danimarca, a nord; un piccolo numero di genti slave, note come Sorbi, vive negli stati della Sassonia (circa 40.000) e del Brandeburgo (circa 20.000). La lingua frisona, considerata quella tra le lingue vive più vicina all'inglese, è lingua madre per circa 22.000 persone in Germania, le altre vivono nei Paesi Bassi. Nelle aree rurali della Germania settentrionale viene ampiamente usato il Basso Sassone. Esiste anche una minoranza francofona (stimata in circa 400.000 unità), che ha anche una propria rivista in francese.

L'immigrazione ha creato una considerevole minoranza turca (più di due milioni tra Curdi e Turchi), e altre comunità più piccole tra cui italiani (600.000), serbi (600.000), greci (400.000), polacchi (300.000) , albanesi (300.000) e croati (200.000) (dati del 2002).

Esistono anche un grosso numero di tedeschi immigrati dall'ex Unione Sovietica (1,7 milioni), dalla Polonia (700.000) e dalla Romania (300.000) (totale del periodo 19801999), cui viene automaticamente concessa la cittadinanza tedesca, e che quindi non compaiono nelle statistiche dei residenti stranieri; contrariamente agli stranieri questi sono stati insediati dal governo in modo uniforme su tutto il territorio tedesco. Molti di loro parlano la lingua della loro ex nazione di appartenenza.

 

Suddivisioni amministrative 

La Germania è divisa in sedici stati federati (in tedesco Bundesländer al sing. Bundesland ma più spesso chiamati Länder, sing. Land):

Karte Deutschlands mit eingezeichneten Grenzen der Länder
N. Stato/Regione Capoluogo Superficie[1]
(km²)
Abitanti
(in migliaia)
1 Flag of Baden-Württemberg.svg Baden-Württemberg Stoccarda 35.752 10.736
2 Flag of Bavaria (striped).svg Baviera Monaco 70.552 12.469
3 Flag of Berlin.svg Berlino* 892 3.395
4 Flag of Brandenburg.svg Brandeburgo Potsdam 29.479 2.559
5 Flag of Bremen.svg Brema Brema* 404 663
6 Flag of Hamburg.svg Amburgo* 755 1.744
7 Flag of Hesse.svg Assia Wiesbaden 21.115 6.092
8 Flag of Mecklenburg-Western Pomerania (state).svg Meclemburgo-Pomerania Anteriore Schwerin 23.180 1.707
9 Flag of Lower Saxony.svg Bassa Sassonia Hannover 47.624 7.994
10 Flag of North Rhine-Westphalia.svg Nord Reno-Westfalia Düsseldorf 34.085 18.058
11 Flag of Rhineland-Palatinate.svg Renania-Palatinato Magonza 19.853 4.059
12 Flag de-saarland 300px.png Saarland Saarbrücken 2.569 1.050
13 Flag of Saxony.svg Sassonia Dresda 18.416 4.274
14 Flag of Saxony-Anhalt.svg Sassonia-Anhalt Magdeburgo 20.446 2.470
15 Flag of Schleswig-Holstein.svg Schleswig-Holstein Kiel 15.799 2.833
16 Flag of Thuringia.svg Turingia Erfurt 16.172 2.335
Tot. bandiera Germania Berlino 357.093 82.438

Alcuni dei Länder sono suddivisi in distretti governativi.

I Länder sono amministrativamente suddivisi in Kreise (circondari), nel numero complessivo di 438.

A causa delle difficoltà economiche dei Länder orientali è attualmente in avanzata discussione la riunione di alcuni di essi in entità più grandi. Si prevede l'unificazione di Berlino con il Brandeburgo e quella di Amburgo con il Meclenburgo-Pomerania Occidentale e lo Schleswig-Holstein.

Rivendicazioni territoriali, exclavi, enclavi 

La Repubblica Federale di Germania non ha alcuna rivendicazione territoriale nei confronti degli Stati confinanti, memore degli esiti catastrofici, per l'Europa e per la Germania stessa, della politica imperialistica perseguita tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. D'altro canto, l'espulsione e deportazione verso la Germania dei residenti tedeschi praticata negli anni immediatamente successivi al termine della Seconda guerra mondiale, conseguenza della politica di genocidio perpetrata dalla Germania nazista nei confronti delle popolazioni dell'Est Europa, ha fatto sì che ad oggi nessuna significativa minoranza tedesca è presente ad oriente della Linea Oder-Neisse e del confine con la Repubblica Ceca. Solo minoranze di esigua consistenza numerica sono rimaste nella Mitteleuropa e precisamente in Repubblica Ceca (39.106 tedeschi), Slovacchia (5.405), Polonia (152.900), Ungheria (150.000), Nel resto d'Europa, solo Francia, Belgio (70.000 tedeschi), Danimarca, Slovenia ed Italia presentano minoranze di lingua ed etnia tedesca. Alcune di esse, come in Italia, hanno garantite particolari autonomie come rappresentano i casi dello statuto speciale per la provincia autonoma di Bolzano, dove i tedeschi detengono la predominanza delle leve politiche ed economiche. In Francia, dopo tentativi di assimilazione da parte dell'uno e dell'altra etnia, dagli anni sessanta hanno forte vigore i movimenti politici autonomisti come il Mouvement Régionaliste d'Alsace-Lorraine e l'Union du Peuple Alsacien.[senza fonte] Nel 1991 è stato inoltre varato un progetto di legge per introdurre forme concrete di bilinguismo.[senza fonte] Altre sacche di popolazioni germaniche (597.212 tedeschi), tutt'oggi di lingua tedesca, permangono nei territori delle repubbliche centro-asiatiche dell'ex Unione Sovietica.[senza fonte]. Una minoranza tedesca di una certa consistenza era presente anche nella Transilvania romena (Siebenburgen), la maggior parte di essa è rientrata in Germania, restano ancora in Transilvania alcune migliaia di tedeschi detti in Transilvania "sashi" (sassoni).

L'unica exclave della Germania è la località di Büsingen situata sull'Alto Reno e che appartiene al circondario rurale di Costanza nel Baden-Württemberg. La superficie è di 7,62 km² e confina con i cantoni svizzeri di Sciaffusa, Turgovia e Zurigo.

Esiste inoltre una cosiddetta enclave "funzionale", il Kleinwalsertal, una vallata dell'Austria raggiungibile, sia da terra sia per vie d'acqua, solo attraversando il territorio tedesco.

Città principali 

Le prime 20 città tedesche per numero di abitanti (2007) sono:

  1. Berlino (3.420.786 ab.)
  2. Amburgo (1.773.218ab.)
  3. Monaco (1.311.573ab.)
  4. Colonia (995.397ab.)
  5. Francoforte (670.095ab.)
  6. Stoccarda (597.176ab.)
  7. Dortmund (586.909ab.)
  8. Essen (582.140ab.)
  9. Düsseldorf (581.122ab.)
  10. Brema (548.447ab.)
  11. Hannover (518.069ab.)
  12. Lipsia (510.950ab.)
  13. Dresda (507.513ab.)
  14. Norimberga (503.110ab.)
  15. Duisburg (496.665ab.)
  16. Bochum (381.542ab.)
  17. Wuppertal (356.420ab.)
  18. Bielefeld (324.912ab.)
  19. Bonn (316.416ab.)
  20. Mannheim (309.795ab.)

Istituzioni 

Il Parlamento (Bundestag in lingua tedesca) è composto da 598 deputati, eletti con un sistema misto: per metà in collegi uninominali con il sistema maggioritario plurality e per l'altra metà con il sistema proporzionale del quoziente.

Il periodo di legislatura del Bundestag dura quattro anni. Il Bundestag tedesco tiene le sue sedute dal 1999 nell'edificio del Reichstag. I deputati portano il titolo di membri del Bundestag (MdB).

Il presidente del Bundestag viene eletto di regola nella seduta costituente del parlamento, è espressione del gruppo parlamentare più numeroso. Il presidente del Bundestag attuale è Norbert Lammert (CDU).

Il sistema legislativo tedesco prevede la presenza, oltre al Bundestag, anche del Bundesrat, il consiglio federale: si tratta di un sistema che per quanto riguarda le leggi federali è quindi simile a quello bicamerale in uso in Italia.

Forze armate

La Mecklenburg-Vorpommern.

Nel 1949, al momento della sua istituzione, la Repubblica Federale di Germania non aveva un esercito, questo venne istituito solo nel 1955 quando, in seguito alla Guerra di Corea e alla crescente influenza dell'Unione Sovietica nel blocco orientale il paese entrò a far parte della NATO. Dopo il 1991 parte dell'esercito della DDR (chiamato Nationale Volksarmee) è stato integrato nell'esercito tedesco.

L'organizzazione generale militare è chiamata Bundeswehr (che tradotto letteralmente significa "difesa federale") ed è costituita dalle forze armate e dall'apparato logistico-amministrativo. Le forze armate sono divise in Esercito (Deutsches Heer), Aeronautica militare (Luftwaffe) e Marina militare (Deutsche Marine), si occupano invece delle attività logistiche e di servizi la Streitkräftebasis e il servizio sanitario centrale (Zentraler Sanitätsdienst).

In tempo di pace, la Bundeswehr è comandata dal ministro della Difesa. In caso di guerra, che secondo la Costituzione è consentita solo per scopi difensivi, il Cancelliere diviene comandante in capo della Bundeswehr.[42]

Nell'ottobre 2006, la Germania aveva quasi 9.000 truppe dislocate in paesi stranieri come parte di varie forze di pace internazionali, tra cui 1.180 soldati stazionati in Bosnia-Erzegovina; 2.844 soldati in Kosovo; 750 soldati come parte dell'EUFOR nellaRepubblica Democratica del Congo; e 2800 come parte della missione ISAF in Afghanistan. Nel febbraio 2007, la Germania aveva circa 3000 soldati nella missione ISAF in Afghanistan, il terzo più grande contingente dopo quello degli Stati Uniti (14.000) e delRegno Unito (5200).[43] La Germania dispone di armi nucleari in quanto membro della NATO, sotto forma di armi nucleari degli USA dislocati in territorio tedesco.[44]

Le forze armate tedesche sono costituite da 257.000 militari e 125.000 civili (dati dell'aprile 2005), dal 2001 anche le donne hanno accesso alla carriera militare, nell'aprile del 2005 circa il 6,2% del personale militare era costituito da donne. Nel 2006 la spesa complessiva dedicata alle forze armate è stata di 27,9 miliardi di euro pari a circa l'1,5% del PIL,[22] una percentuale nettamente inferiore rispetto alla media dei membri della NATO (2,3% del PIL).

Il servizio militare è obbligatorio per gli uomini e dura 9 mesi, in alternativa è possibile prestare il servizio civile (nove mesi), il servizio civile all'estero (durata minima 11 mesi) o una collaborazione di almeno 6 anni con la Protezione Civile o i Vigili del Fuoco.

Politica interna 

I principali partiti sono

La Germania riunificata è andata alle elezioni il 2 dicembre 1990, 16 ottobre 1994, 1 ottobre 1998, 22 settembre 2002, 18 settembre 2005 (anticipate). I risultati videro la vittoria del cristiano-democratico Helmut Kohl nel 1990 e 1994 (coalizione CDU-CSU-FDP), del socialdemocratico Gerhard Schröder nel 1998 e 2002 (coalizione SPD-G), e infine della cristiano-democratica Angela Merkel nel 2005 (coalizione CDU-CSU-SDP).

Politica estera 

La Germania ha svolto un ruolo di primo piano nell'Unione europea sin dal suo inizio e ha mantenuto una forte alleanza con la Francia dopo la fine della Seconda guerra mondiale. L'alleanza è stato particolarmente stretta alla fine degli anni ‘80 e all'inizio degli anni ‘90 sotto la guida del democristianoHelmut Kohl e socialista francese François Mitterrand. La Germania è in prima linea tra gli stati europei che cercano di far progredire la creazione di una politica comune più unita ed efficace.

Fin dalla sua istituzione, il 23 maggio 1949, la Repubblica federale di Germania ha mantenuto un profilo basso, in particolare nelle relazioni internazionali, sia a causa della storia recente, che a causa dell'occupazione da parte delle potenze straniere. Durante la Guerra Fredda, la Germania divisa dalla cortina di ferro è divenuta un simbolo delle tensioni Est-Ovest e un campo di battaglia politico in Europa. Tuttavia, la politica di Willy Brandt e della Ostpolitik è divenuta un fattore chiave per la distensione durante gli anni ‘70. Nel 1999, il governo del cancelliere Gerhard Schröder definì una nuova base per la politica estera tedesca, prendendo parte a pieno titolo alle decisioni riguardo l'internvento della NATO contro la ex Jugoslavia e l'invio di truppe tedesche per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale.

La Germania e gli Stati Uniti sono stretti alleati. Il Piano Marshall del 1948, con il sostegno degli Stati Uniti (JCS 1067) durante il processo di ricostruzione (Piani industriali per la Germania) dopo la Seconda guerra mondiale, come pure politiche volte alla fraternità, al sostegno alimentare, e i forti legami culturali hanno creato un saldo legame tra i due paesi, anche se la politica di Gerhard Schröder di opposizione alla guerra in Iraq ha suggerito la fine dell'atlantismo e un raffreddamento delle relazioni tedesco-americane. I due paesi sono anche economicamente interdipendenti: l'8,8% delle esportazioni tedesche sono verso gli USA e il 6,6% delle importazioni tedesche provengono dagli Stati Uniti. Altro segno dello stretto legame politico è la base americana di Ramstein (Ramstein Air Base, vicino a Kaiserslautern), che rappresenta la più grande comunità militare statunitense al di fuori dell'America.

L'aiuto allo sviluppo internazionale 

La politica per lo sviluppo portata avanti della Repubblica federale di Germania è uno spazio indipendente della politica estera tedesca. È formulata dal ministero federale per la cooperazione economica e lo sviluppo (BMZ). Il governo tedesco ritiene che la politica di sviluppo sia una responsabilità congiunta della comunità internazionale. Gli aiuti ufficiali allo sviluppo e gli aiuti umanitari tedeschi nel 2007 ammontavano a 8,96 miliardi di euro (12,26 miliardi di dollari americani), con un aumento del 5,9 per cento sul 2006, divenendo il secondo più grande paese donatore dopo gli Stati Uniti. Germania spende lo 0,37 per cento del proprio prodotto interno lordo (PIL) per favorire lo sviluppo internazionale, comunque al di sotto degli obiettivi del governo di aumentare gli aiuti al 0,51 per cento del PIL entro il 2010. L'obiettivo internazionale dello 0,7% del PIL non viene raggiunto da nessun paese.

Economia 

La Germania ha la più grande economia nazionale in Europa, la quarta più grande in termini di PIL nominale del mondo, e la quinta in termini di PIL a parità di potere d'acquisto (PPP).[45] Il suo tasso di crescita nel 2007 è stato del 2,4%. Fin dalla rivoluzione industriale il paese è stato motore economico, innovatore e beneficiario della crescente globalizzazione. L'esportazione di prodotti Made in Germany è uno dei principali fattori della ricchezza del paese.

La Germania è fra i maggiori paesi in termini di esportazioni con 1.133 miliardi di dollari americani esportati nel 2006, generando un avanzo commerciale di 165 miliardi di euro.[46] Il settore dei servizi contribuisce per circa il 70% al PIL totale, il 29,1% proviene dall'industria e l'agricoltura è allo 0,9%. La maggior parte dell'industria del paese è concentrata nel settore automobilistico, dei macchinari, dei metalli e dei prodotti chimici.[22] La Germania è il principale produttore di turbine eoliche e impianti solari di potenza al tutto il mondo. Importanti fiere internazionali e congressi si svolgono in diverse città tedesche, come Hannover, Francoforte e Berlino.[47]

All'interno delle 500 imprese con maggior reddito a livello globale, 37 sono imprese con sede in Germania. Le dieci più grandi sono Daimler, Volkswagen, Allianz, Siemens, Deutsche Bank, E.ON, Deutsche Post, Deutsche Telekom, Metro AG e BASF.[48] Tra le imprse con più forza lavoro vi sonoDeutsche Post, Robert Bosch GmbH ed Edeka.[49] Marchi noti a livello mondiale sono Mercedes-Benz, SAP AG, BMW, Adidas, Puma, Audi, Porsche, Volkswagen, Infineon, Loewe, Grundig, Henkel, Nivea e Ritter Sport.[50]

La Germania è una forte sostenitrice di una più stretta integrazione economica e politica a livello europeo, e le sue politiche commerciali sono determinate da accordi tra Unione Europea e stati membri, e dalla legislazione sul mercato unico. La Germania utilizza la moneta comune europea, l'euro, e la sua politica monetaria è fissata dalla Banca centrale europea con sede a Francoforte. Dopo la riunificazione tedesca nel 1990, lo standard di vita e il reddito annuo continuano a rimanere significativamente più elevati nella ex Germania occidentale.[51] La modernizzazione e l'integrazione della parte orientale continua ad essere un processo a lungo termine, con trasferimenti annuali da ovest a est, pari a circa 80 miliardi di $. Il tasso di disoccupazione è costantemente diminuito dal 2005 e ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 15 anni nel giugno 2008 con il 7,5%.[52] La percentuale varia dal 6,2% nella ex Germania occidentale al 12,7% nella ex Germania orientale.

Agricoltura e allevamento 

L'agricoltura è molto ricca, con l'uso di macchine e di tecniche modernissime, ma clima e suolo non le sono favorevoli. Molte zone, specialmente le coste dell'Est, sono sabbiose o paludose. I terreni fertili sono ai piedi delle alture centrali e nelle valli dei fiumi, dove però molte aree sono occupate da strutture industriali, viarie e ferroviarie. La Germania ha il primato nella produzione di patate, prodotto tipico di terre "povere" e cibo nazionale tedesco. Sono alte anche le produzioni di barbabietole da zucchero, di luppolo (pianta usata per aromatizzare la birra), di alcune piante da olio come la colza e il girasole che sono usate anche dalle industrie. Fra le altre colture si trovano i cereali (orzo e frumento alla pari, segale e avena), il lino e alcuni ortaggi resistenti al freddo: cavoli e cavolfiori, cipolle, carote. Più importanti sono gli allevamenti, con 26 milioni di suini e 14 milioni di bovini (specialmente nella regione alpina della Baviera), che forniscono 400 tipi diversi di insaccati, latte, burro e formaggi in quantità. Estese foreste collinari e montane alimentano le industrie della cellulosa e della carta, ma il patrimonio boschivo è molto danneggiato dalle piogge acide. Il consumo della carta è molto alto perché il Paese ha una forte editoria: pubblica 78.000 titoli l'anno e 10.500 quotidiani e riviste. Ogni tedesco spende 117 euro l'anno per acquistare libri (contro i 1505 dell'italiano).[senza fonte]

Risorse minerarie 

La principale produzione mineraria è quella di carbone. Tuttavia la Germania, benché ne sia uno dei maggiori fornitori mondiali, tende di più ad importarlo per non esaurire le risorse interne. Insieme al ferro e in generale ai metalli grezzi, il carbone ha contribuito ai primi sviluppi dell'industria tedesca, specie nelle regioni metallurgiche della Ruhr (Nord Reno-Westfalia) e lungo i porti sul Baltico (Amburgo). Più recente è la scoperta di giacimenti di gas naturale.

Industria 

Lo stabilimento principale della Volkswagen, a Wolfsburg

Già da due secoli la prosperità germanica si fonda sull'industria pesante. Nei bacini della Ruhr e della Saar, la presenza di ricchi giacimenti di carbone fece sorgere le acciaierie e le industrie chimiche accanto alle miniere, e le industrie meccaniche accanto alle acciaierie, creando i Konzerne. Si tratta di enormi complessi che curano ogni fase di lavorazione, dalla materia prima ai prodotti finiti. In tempi recenti si sono sviluppate anche industrie leggere, nei Lander meridionali (Baviera, Baden Wurttemberg) ed orientali (Sassonia, Turingia). L'industria tedesca, dominata sia da grandi multinazionali che da piccole e medie imprese, ha saputo rinnovarsi ed è ancora ai primi posti nel mondo in numerosi settori.

La metallurgia tedesca è la più importante d'Europa (ferro, acciaio, alluminio, prevalentemente nel Nord-Ovest), ma non meno rilevanti sono le produzioni di automobili (Volkswagen-Audi, BMW, Daimler AG-Mercedes), motociclette, materiale ferroviario ed aeronautico, elettrodomestici, elettronica di consumo (che però è di ridotte dimensioni) e strumentale (Siemens AG), microelettronica (Infineon). In varie città si fabbricano strumenti musicali, specialmente pianoforti, e nell'Est orologi (Turingia) e materiale ottico. Norimberga è sede principale della produzione di giocattoli.

L'industria chimica tedesca ha grandi tradizioni. Per esigenze di guerra riuscì ad estrarre un carburante liquido dal carbone e a fabbricare gomma sintetica. Le miniere di sali potassici forniscono la materia prima per i concimi. La produzione degli acidi solforico, cloridrico e nitrico e della soda caustica è alla base di altri processi chimici ed industriali. Nel settore della chimica fine spiccano il materiale fotografico, i medicinali ed anche prodotti di largo consumo come cosmetici e detersivi (Bayer, Sanofi Aventis, BASF, Beiersdorf, Henkel): fu l'invenzione della semplice aspirina a fornire i capitali per impiantare grandi laboratori di ricerca farmaceutica e fabbricare altri ritrovati; in Germania ha avuto anche origine la produzione sintetica di ammoniaca. Molto sviluppata è l'industria alimentare, specie nella produzione di carne (wurstel), prodotti caseari, zucchero, birra, biscotti (Bahlsen), cioccolato (Ritter Sport), caffè (Hag). Sono presenti anche i settori tessile, dell'abbigliamento, del mobile e delle macchine utensili.

In Germania è molto forte la produzione idroelettrica, grazie ai molti fiumi, e si ricorre anche a quella nucleare. Inoltre il Paese produce energia da fonti rinnovabili, con centrali eoliche e solari soprattutto nel Nord-Ovest. La zona orientale ha usato finora le maggiori miniere di lignite d'Europa, ma è un materiale poco calorifico e molto inquinante. Con nuove perforazioni nel bassopiano settentrionale si estraggono petrolio e metano; il fabbisogno nazionale è coperto da importazioni, grazie a una rete di metanodotti e oleodotti che provengono soprattutto dall'Est Europa e dai paesi mediterranei.

Infrastrutture

Con la sua posizione centrale in seno all'Europa, la Germania è un importante nodo nel settore dei trasporti. Ciò si riflette nella sua densa e moderna rete di trasporto. Importante è l'ampia rete autostradale (Autobahn), classificata come la terza più estesa del mondo e caratterizzata dalla mancanza di limiti di velocità sulla maggior parte del tracciato.

La Germania ha istituito una rete policentrica di treni ad alta velocità. L'InterCityExpress o ICE serve prevalentemente le grandi città tedesche e le destinazioni nei paesi vicini. La velocità del treno varia dai 160 km/h ai 300 km/h ed è il più avanzato servizio nella Deutsche Bahn. I collegamenti sono offerti ad intervalli che possono variare dai 30 minuti, all'ore o ogni due ore.[53]

La Germania il quinto più grande consumatore di energia, mentre i due terzi della propria energia primaria è stato importato nel 2002. Nello stesso anno il consumo di energia elettrica ammontava a 512,9 miliardi di chilowattora. La politica del governo sottolinea la conservazione e lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, come solare, eolica, da biomassa, idroelettrica, geotermica. Come risultato delle misure volte al risparmio energetico, l'efficienza energetica è migliorata dall'inizio degli anni ‘70. Il governo ha fissato l'obiettivo di soddisfare la metà delle richieste energetiche del paese attraverso fonti rinnovabili entro il 2050.

Nel 2000 il governo tedesco ha convenuto una dismissione graduale dalle centrali nucleari entro il 2021.[54] Tuttavia le energie rinnovabili stanno giocando un ruolo modesto della produzione di energia. Nel 2006 la produzione di energia è venuta dalle seguenti fonti: petrolio (35,7%), carbone e lignite(23,9%), gas naturale (22,8%), energia nucleare (12,6%), energia idroelettrica ed energia eolica (1,3%), e altre fonti (3,7%).


 
 

 

 
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