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La Francia (in francese France), ufficialmente Repubblica Francese (in francese République française), è uno Stato dell'Europa occidentale confinante con Belgio, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Italia, Monaco, Andorra e Spagna.
La Francia possiede l'area più vasta dell'Unione Europea, e dell'intera Europa se includiamo le sue dipendenze extraeuropee, come alcune isole nell'oceano Pacifico, Indiano e Atlantico, e la regione sudamericana della Guyana Francese. È in grado di esercitare anche un certo potere sul Principato d'Andorra, in quanto il Presidente della Repubblica Francese è anche Coprincipe di Andorra insieme al vescovo spagnolo di Urgell. Nella regione della Linguadoca-Rossiglione si trova il comune di Llívia, una exclave spagnola, appartenente alla Comunità Autonoma di Catalogna.
Di tutti i principali Stati Europei, è quello di più antica formazione.[3] È membro dell'Unione europea, che presiede dal 1º luglio al 31 dicembre 2008. La sua capitale è Parigi.
Il paese, compresi i territori d'oltre mare, ha una superficie di 675.417 chilometri quadrati e una popolazione di circa 64,5 milioni di persone[4]. Il francese è la lingua ufficiale della Repubblica, ma si contano 77 lingue regionali.[5] La religioneprincipale della Francia è il cattolicesimo (dal 51% al 64% della popolazione)[6], ma una proporzione significativa dei cattolici sono agnostici, e il 32% della popolazione è atea[7].
La sua economia è di tipo capitalista con un significativo intervento dello Stato a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Tuttavia, dalla metà degli anni ‘80, riforme successive hanno portato a un progressivo disimpegno dello Stato di diverse imprese pubbliche. Grazie all'utilizzo di tecniche altamente sofisticate, la Francia è al primo posto in Europa e tra i primi nel mondo per la quantità e la qualità dei suoi prodotti nel campo dell'agricoltura ed allevamento. L'industria francese è forte della cooperazione tra piccole e medie imprese legate al territorio e i grandi colossi legati principalmente ai settori automobilistico, cosmetico, farmaceutico, gastronomico e della moda. Il settore terziario impiega la maggior parte della forza lavoro e prospera grazie alla quantità di servizi offerti dallo Stato (la Francia è infatti uno dei paesi con la qualità della vita migliore al mondo) e al turismo, che attrae ogni anno milioni di persone da tutto il mondo grazie alle moltissime bellezze naturali, storiche ed artistiche presenti nel territorio francese. L'economia francese è una delle più forti del mondo e seconda in Europa, dietro solamente a quella della Germania. Le stime del PIL nominale per l'anno 2008 pongono infatti la Francia al quinto posto tra i paesi più ricchi del globo.
Membro del Consiglio d'Europa è uno dei paesi fondatori dell'Unione europea, della zona euro e dell'area Schengen. È uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e fa parte degli otto Paesi più industrializzati del Mondo (G8), dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), della Francofonia e dell'Unione latina.
Militarmente, la Francia è membro della NATO. Si era ritirata nel 1966 dall'organizzazione militare integrata, per ritornare parzialmente nel 2002. Nonostante questo ritiro militare, è rimasta comunque all'interno dell'organizzazione politica del Patto Atlantico, tanto da risultarne assieme agli Stati Uniti uno dei maggiori finanziatori. La Francia è lo Stato che possiede il maggior numero di armi nucleari in Europa, davanti alla Gran Bretagna. Inoltre è la terza potenza nucleare mondiale, dietro solamente a Stati Uniti e Russia.
Durante il XVII secolo (Grand Siècle), la Francia è stata plasmata dalle arti e dalla filosofia. Culla dell'illuminismo, ha influenzato le rivoluzioni americane, e attraverso la Rivoluzione francese ha dato slancio e esempio di democrazia nel mondo, portando valori di libertà, uguaglianza, e fraternità, e dal 1905, di laicità. Come risultato dell'esplorazioni del periodo rinascimentale, del diciottesimo e XIX secolo, la Francia aveva creato un impero coloniale di vastissime proporzioni, diffondendo la sua cultura e la sua lingua in varie parti del mondo, in particolar modo in Canada ed Africa, ma anche in alcune parti del Medio Oriente, dell'Asia e del Pacifico.
Con 79 milioni di visitatori nel 2006, è il paese con più visite turistiche annuali al mondo nella classifica dell'Organizzazione Mondiale del Turismo[8]. La sua capitale, Parigi, è la città (e nel stesso tempo il luogo) più visitata al mondo con 45 millioni di turisti all'anno.
STORIA
La presenza umana sul territorio dell'attuale Francia risale al Paleolitico inferiore. Uno dei siti più antichi (1.800.000 anni fa), contestato da alcuni autori, è il sito di Chilhac (Alta Loira). Il territorio francese presenta un numero significativo di grotte decorate del Paleolitico superiore, di cui la più famosa è probabilmente Lascaux (Dordogna, 15.000 anni fa). A partire da circa 7.000 anni fa, tutta la regione entra nel Neolitico, il più antico villaggio noto fu il sito di Courthézon (Vaucluse), datato 4560 a.C.
Arrivati in Francia intorno al 900 a.C. i Celti (Galli) ne occuparono gran parte del territorio verso il III secolo a.C. Nel 680 a.C. circa la costa mediterranea vide l'arrivo dei primi coloni greci, con la fondazione di una colonia presso Antibes.
La regione più meridionale della Gallia passò sotto la dominazione romana nel 125 a.C. (Gallia Narbonense), e successivamente il resto del territorio nel 51 a.C., dopo la guerra di Gallia. Sotto l'Impero romano, si sviluppò una civiltà gallo-romana prospera, portando alla Francia una base di cultura latina e, indirettamente, alla successiva cristianizzazione, che si verifica lentamente tra il II e il VI secolo.
La Francia merovingia e carolingia
Dopo la caduta dell'impero romano la Gallia fu occupata da varie popolazioni germaniche: gli Alemanni a nord, i Burgundi nel sud-est (da cui deriva il nome della regione della Borgogna) e soprattutto iFranchi che presero il sopravvento sulle altre popolazioni del Paese e espansero ulteriormente i loro domini.
Gran parte delle regioni che costituiscono l'attuale Francia vennero unite sotto Clodoveo (dinastia merovingia), nel 507. A partire dalla metà del VIII secolo Pipino il Breve, divenne il primo re dei Franchi non merovingio. Il regno si estende considerevolmente, e venne eretto a Impero durante il regno di suo figlio Carlo Magno. Dopo la morte del figlio di Carlo Magno, Ludovico il Pio, l'autorità centrale crollò rapidamente. Con il giuramento di Strasburgo dell'842 e la spartizione di Verdun dell'843 l'impero verrà diviso in tre parti: la Francia orientalis (a est), la Francia occidentalis (a ovest), e fra le due l'effimero regno di Lotario I. La parte orientale corrispondeva a ciò che più tardi sarebbe divenuto il Sacro Romano Impero e la parte occidentale alla Francia. Il giuramento di Strasburgo è stato spesso presentato come l'atto fondatore della Francia (e Germania).
La Francia Capetingia
I discendenti di Carlo Magno - i Carolingi - mantennero una simbolica influenza sui territori che grosso modo corrispondono alla Francia fino al 987, quando Ugo Capeto, iniziatore della dinastia dei Capetingi, duca di Francia e conte di Parigi, venne incoronato re. I suoi discendenti governarono fino al 1792, quando, con la rivoluzione Francese, il Paese si diede una forma di governo repubblicana, deponendo Luigi XVI.
I primi re della dinastia estesero progressivamente il dominio reale, rafforzare il regno franco malgrado l'opposizione dei Plantageneti, che si materializzò con la guerra dei cent'anni. Ma fu solo verso la fine del XII secolo, con Filippo Augusto, che l'autorità dei re franchi riuscì ad estendersi, per la terza volta in un millennio, dai Pirenei al canale della Manica. E fu in questo momento che si iniziò ad utilizzare il termine regno di Francia, che acquisisce un peso paragonabile a quella d'Inghilterra o del Sacro Romano Impero. Gli ultimi secoli del Medioevo, segnato dalla crisi della guerra dei cent'anni e dalla peste nera, in ultima analisi, rafforzarono l'autorità reale, che diventò innegabile nel XV secolo, con Luigi XI.
Rinascita e assolutismo
Nel tardo medioevo i re cattolici di Spagna e possedimenti degli Asburgo si unirono dando vita all'impero di Carlo V. Francesco I e suo figlio Enrico II lottarono contro questo nuovo potere alternando successi a battute d'arresto. Ma sarà solo con Enrico IV e Luigi XIII e il suo ministro Richelieu, che la preponderanza spagnola verrà messa in discussione a vantaggio della Francia.
Sul fronte del dominio coloniale, nonostante le iniziali espansioni portate in America con la spedizione di Jacques Cartier sotto Francesco I, e gli insediamenti nel mar dei Caraibi, Louisiana, e Senegal sotto Luigi XIV, la mancanza di determinazione di Luigi XV farà pendere l'ago della bilancia in favore dell'Inghilterra in India e in Canada.
La Rivoluzione e l'Impero
Le difficoltà finanziarie, il rifiuto alle riforme e l'impazienza del popolo portarono alla rivoluzione francese, dal 1789 al 1799. Questo episodio, pietra miliare nella costruzione della storia nazionale francese, vide sorgere la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 e la promozione degli ideali di libertà, di uguaglianza e fraternità.
La Rivoluzione si svolse in più fasi, iniziando con una prova di Monarchia costituzionale, con la riunione dell'Assemblea generale, la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789, sconvolgimenti politici e sociali, e la caduta della monarchia il 10 agosto 1792.
Nel 1799, Napoleone Bonaparte prese il potere, prima come Primo Console, poi come imperatore (1804). Le sue armate combatterono e vinsero nei grandi teatri di guerra europei, assoggettando ampi territori e interi stati e fondando nuovi regni, alcuni dei quali governati dai familiari di Napoleone. A seguito della sua sconfitta nel 1815, la monarchia venne restaurata in Francia, per essere successivamente abolita legislativamente e sostituita dalla Seconda Repubblica francese.
XIX secolo
Il 2 dicembre 1851 il Presidente della Repubblica, Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone, organizzò un colpo di stato. Il 4 gennaio 1852 venne proclamato imperatore con il nome di Napoleone III. Moriva laSeconda Repubblica francese, e nasceva il Secondo Impero.
Inizialmente il paese visse un'importante fase di industrializzazione, guidato da una politica liberale in campo economico, basata su una forte struttura capitalistica (banche, imprese ferroviarie e marittime, tessili e industrie pesanti, grandi magazzini, ecc,). Napoleone III si assicurò la fiducia nel Regno Unito (Guerra di Crimea), aumentò l'influenza della Francia in Medio Oriente, e le sue azioni in Italia contro l'Austria permisero l'annessione delle regioni piemontesi della Savoia e di Nizza. Ma gravi battute d'arresto offuscarono notevolmente l'immagine del regime e lotta contro la Prussia di fatto ne precipitò la caduta. Nel 1870 dopo la sconfitta di Sedan, e la perdita di Alsazia e Lorenaaumentarono il risentimento nazionale. Altro fatto significativo riguardava il fronte demografico, la Francia non era più il paese più popoloso d'Europa, come prima della Rivoluzione francese, ma si vedeva oramai sopravanzato dalla popolazione tedesca.
La Terza Repubblica e la Liberazione del 1945
La guerra franco-prussiana del 1870 portò alla caduta del Secondo Impero e al ritorno della Repubblica. Sotto la Terza Repubblica la Francia estende il proprio impero coloniale, la cui conquista era iniziato sotto la monarchie del XIX secolo (Africa Occidentale Francese, Marocco, Tunisia, Madagascar, Indocina).
Uscita vittoriosa, ma a un notevole prezzo in termini demografici ed economici, dalla prima guerra mondiale, la Francia visse un periodo di crisi economica e politica negli anni trenta.
La Francia dichiarò guerra alla Germania assieme alla Gran Bretagna dopo l'aggressione tedesca alla Polonia il 3 settembre 1939. Tuttavia l'invasione tedesca della Francia settentrionale nel maggio 1940 portarono alla firma dell'armistizio con la Germania (22 giugno) e con l'Italia (25 giugno). La Francia del nord veniva posta sotto l'occupazione militare tedesca, mentre il Sud rimaneva libero sotto la competenza di uno Stato francese di legittima formazione. L'Italia, che nella battaglia di Francia aveva dimostrato la propria impreparazione militare riuscendo ad avanzare solamente fino a Mentone a prezzo di moltissime vite umane, ricevette l'amministrazione di alcuni territori al confine con le Alpi. Il Parlamento affidò i pieni poteri al maresciallo Philippe Pétain, che si pose alla guida della collaborazionista Francia di Vichy. Il nuovo regime di stampo fascista, pur formalmente neutrale, si ritrovò in alcune occasioni a battersi a fianco dei tedeschi e contro gli ex alleati, soprattutto dopo l'attacco britannico alla flotta francese stanziata a Mers el Kebir, che fu distrutta per impedire che cadesse nelle mani tedesche. Ma il Generale Charles de Gaulle, fuggito a Londra dopo la disfatta, creò il movimento "France Libre" che s'impegnò al proseguimento della guerra combattendo al fianco degli inglesicon ogni mezzo possibile. Le colonie dell'Africa Equatoriale Francese furono la base di questo movimento di riscossa francese, che portò De Gaulle entro il 1942 a ripristinare il controllo sull'intero impero coloniale africano, grazie all'aiuto americano e alla resistenza fittizia opposta dalla Francia di Vichy, ostile al proprio aguzzino tedesco. Grazie a questa riscossa, la Francia potè comunque partecipare con proprie truppe sia all'invasione dell'Italia, sia allo sbarco in Normandia a fianco degli angloamericani. Parigi fu liberata da un esercito francese dopo che i partigiani avevano messo in fuga i tedeschi e Charles de Gaulle fu accolto come un liberatore. L'offensiva antitedesca continuò poi per tutto il 1945, permettendo alle forze francesi di invadere la Germania e stanziare un esercito di occupazione oltre il Reno.
Quarta e Quinta Repubblica
Alla fine della seconda guerra mondiale la Francia fu inclusa a pieno titolo tra le potenze vincitrici, in virtù del costante sforzo diplomatico e militare antitedesco sostenuto, soprattutto dopo il 1942, sia nelle colonie che in patria dalla resistenzs e dalle forze francesi libere. Nella Conferenza di Potsdam furono infatti riconosciuti a Parigi una zona d'occupazione in Germania e un settore di Berlino (ambedue ritagliati dalla zona britannica). La Quarta Repubblica fu promulgata il 27 ottobre 1946, ma dovette affrontare gravi difficoltà nell'impero coloniale, prima in Indocina e poi in Algeria, oltre alla decolonizzazione attraverso negoziati. Nonostante l'instabilità politica il Paese partecipò attivamente alla creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio nel 1950, e alla firma del Trattato di Roma del 1957 come membro fondatore del mercato comune. Inoltre, la politica di sviluppo del nucleare, sia civile che militare, contribuì ad una politica indipendente negli anni sessanta.
La Costituzione della Quinta Repubblica, venne adottata il 4 ottobre 1958 rendendo la Repubblica più resistente alle instabilità. Dal 1973 l'economia francese ha conosciuto un susseguirsi di crisi economiche e dei periodi di crescita lenta, con frequente alternanza al potere. Dagli anni cinquanta, la riconciliazione e la cooperazione con la Germania hanno consentito alla Francia di svolgere un ruolo di forza trainante nel processo di integrazione europea, in particolare con la Comunità economica europea. È diventata uno dei principali paesi dell'Unione europea, a favore di un'Europa politica forte, anche se ha respinto la Costituzione europea con il 55% dei voti il 29 maggio 2005.
Città
Dati espressi in milioni di abitanti.
Communauté urbaine |
Area Metropolitana |
Città Metropolitana |
Comune |
Parigi |
11,18 |
9,86 |
2,14 |
Lione |
4,42 |
1,70 |
0,45 |
Lilla |
1,20 |
1,11 |
0,22 |
Marsiglia |
1,52 |
1,02 |
0,80 |
Bordeaux |
1,00 |
0,70 |
0,22 |
Tolosa |
0,97 |
0,65 |
0,40 |
Nantes |
0,71 |
0,58 |
0,28 |
Nizza |
0,99 |
0,51 |
0,34 |
Strasburgo |
0,72 |
0,47 |
0,27 |
Nancy |
0,42 |
0,27 |
0,10 |
Brest |
0,30 |
0,21 |
0,15 |
Dunkerque |
0,27 |
0,20 |
0,07 |
Le maggiori città francesi.
Le altre principali città della Francia sono:
- Aix-en-Provence, Ajaccio, Albi, Amiens, Angers, Angouleme, Arras, Bastia, Belfort, Besançon, Brest, Brive-la-Gaillarde, Caen, Calais, Cannes, Carcassonne, Charleville-Mézières, Cherbourg, Clermont-Ferrand, Colmar, Digione, Dunkerque, Evreux,Grenoble, La Rochelle, Le Havre, Le Mans, Limoges, Metz, Montpellier, Mulhouse, Nancy, Nîmes, Orléans, Perpignan, Poitiers, Quimper, Reims, Rennes, Roubaix, Rouen, Saint-Étienne, Saint-Nazaire, Tarbes, Tourcoing, Tours e Valence.
Lingue
La lingua ufficiale è il francese. Esistono diverse lingue locali (basco, bretone, catalano, corso, olandese (fiammingo), alsaziano, occitano), ma il governo francese e il sistema scolastico ne hanno scoraggiato l'uso fino a poco tempo fa. Le lingue regionalivengono ora insegnate in alcune scuole, anche se il francese rimane l'unica lingua ufficiale in uso dal governo, locale o nazionale.
Con legge costituzionale del 1992 adottata per consentire il Trattato di Maastricht, è stata aggiunta infatti la previsione secondo cui «La lingua della Repubblica è il francese», nel timore che il processo di integrazione europea potesse favorire l'espansione di altre lingue a danno del francese. La tutela delle minoranze linguistiche è quindi sempre stata malvolentieri accettata, se non proprio rifiutata, in quanto lesiva del principio di eguaglianza e di indivisibilità del popolo francese. In applicazione della legge costituzionale, venne approvata nell'agosto del 1994 la legge Toubon, dichiarata poi incostituzionale dalla Corte Costituzionale, in quanto in contrasto con il principio della libera comunicazione del pensiero e delle idee proclamato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Una tendenza al superamento di questa visione accentratrice, la si ha a partire dal 1998, quanto si concede alla Nuova Caledonia di avere maggiori competenze e assemblee provinciali decentralizzate. Minor fortuna ha avuto il tentativo di introdurre all'articolo 2 il comma "La Repubblica riconosce e valorizza le lingue e le culture regionali". Tale modifica, resa necessaria dalla ratifica da parte della Francia della Carta Europea delle lingue regionali, venne osteggiata dallo stesso Presidente Jacques Chirac, il quale nel 1999 disse che non l'avrebbe sostenuta in quanto lesiva dei principi fondamentali della Repubblica. La Carta è stata così ratificata solo in via amministrativa.
Religioni
A seguito della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, la Francia garantisce la libertà di religione come diritto costituzionale. Una legge del 1905 istituisce la separazione tra Chiesa e stato e proibisce al governo di riconoscere, stipendiare o sussidiare qualsiasi religione. Nella situazione precedente, stabilita nel 1801-1808 dal Concordat, lo stato appoggiava la Chiesa cattolica, la Chiesa luterana, la Chiesa calvinista e la Religione ebraica e forniva l'insegnamento scolastico delle suddette (per ragioni storiche, questa situazione vige ancora nell'Alsazia-Mosella).
Il governo francese non mantiene statistiche sulla religione. Un sondaggio CSA del 2006-2007 individua le appartenenze religiose in Francia come: Cattolici Romani 51%, Protestanti 3%, Ebrei 1%, Musulmani 4%, atei 31%.[25][26]
Ancora in un sondaggio telefonico del 2003[27] sulla base di 1000 persone è emerso che il 41% dichiara che l'esistenza di Dio è "esclusa" o "improbabile". Il 33% dichiara che il termine ateo li descrive abbastanza o molto bene, mentre il 51% si dichiara cristiano. Quando interrogati sulla loro religione, il 62% ha risposto cattolico romano, il 6% musulmano, il 2% protestante, l'1% ebraico, il 2% appartenente ad altre religioni (eccetto per ortodossi o buddisti, che avevano percentuali trascurabili), il 26% di nessuna religione e l'1% si è rifiutato di rispondere. La discrepanza tra il numero di atei (41%) e il numero di «nessuna religione» (26%) può essere attribuito a persone che si sentono culturalmente vicine a una religione, seguono i suoi valori morali e le sue tradizione, ma difficilmente credono in Dio. In Francia esiste una forte distinzione tra religione e vita civile.
La comunità ebraica è la prima per consistenza dell'Europa occidentale.
La comunità musulmana è la più numerosa d'Europa. Circa 5 milioni di musulmani vivono in Francia[28] (7 milioni secondo il demografo francese Jean-Paul Gourévitch[29] ; 8 milioni secondo il Fronte Nazionale[30]).
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